Lingua danese
Il danese è una lingua di ceppo indoeuropeo appartenente al gruppo settentrionale delle lingue germaniche. È parlata da circa sei milioni di persone, principalmente in Danimarca e nella regione di Schleswig meridionale, nel nord della Germania, dove ha uno status di lingua minoritaria. Inoltre, comunità minori di lingua danese si trovano in Norvegia, Svezia, Spagna, Stati Uniti, Canada, Brasile e Argentina. A causa dell'immigrazione e della perdita linguistica nelle aree urbane, circa il 15-20% della popolazione della Groenlandia parla il danese come lingua madre. Appartenente al sottogruppo delle lingue scandinave del gruppo delle lingue germaniche della famiglia delle lingue indoeuropee.
È lingua ufficiale in Danimarca e seconda lingua ufficiale in Groenlandia (accanto al kalaallisut) e sulle Isole Fær Øer (accanto alla lingua faroese). Come ex lingua coloniale, è ancora in uso in Islanda.
Insieme alle altre lingue germaniche settentrionali il danese è un discendente della lingua norrena, il linguaggio comune delle popolazioni germaniche che vivevano in Scandinavia durante l'era vichinga. Il danese, insieme allo svedese, deriva dal gruppo dialetto norreno orientale, mentre la lingua centrale norvegese prima dell'influenza del danese e del norvegese Bokmål è classificata come norreno occidentale insieme a faroese ed islandese. Una classificazione più recente basata sulla mutua intelligibilità separa il moderno parlato danese,norvegese e svedese come "continente scandinavo", mentre islandese e faroese sono classificati come "insulari scandinavi".
È lingua di minoranza, parlata da ca. 50.000 persone, nel Land tedesco dello Schleswig-Holstein (dan. Slesvig-Holsten), tutelata dalla costituzione regionale.
Fino al XVI secolo, il danese era un continuum di dialetti parlati dallo Schleswig alla Scania senza convenzioni standard o di ortografia. Con la Riforma protestante e l'introduzione della stampa, fu sviluppato un linguaggio standard basato sul colto dialetto di Copenaghen. Si diffuse attraverso l'uso nel sistema educativo ed amministrativo, anche se il tedesco ed il latino continuarono ad essere le lingue scritte più importanti fino al XVII secolo. In seguito alla perdita del territorio in Germania e Svezia, un movimento nazionalista adottò la lingua come segno dell'identità danese, e la lingua sperimentò una forte ondata di uso e popolarità, con importanti opere di letteratura prodotte nei secoli XVIII e XIX. Oggi i dialetti danesi tradizionali sono quasi scomparsi, sebbene esistano varianti regionali del linguaggio standard. Le principali differenze linguistiche sono tra generazioni, con un linguaggio giovanile particolarmente innovativo.
È invece sparito nelle Isole Vergini Statunitensi, colonia danese fino al 1916.
Il danese ha un inventario vocale molto ampio che comprende 27 vocali fonematiche distintive, e la sua prosodia è caratterizzata dal fenomeno distintivo dello stød, una sorta di tipo di fonazione laringea. A causa delle molte differenze di pronuncia che distinguono il danese dalle sue lingue vicine, in particolare le vocali, la prosodia difficile e le consonanti "debolmente" pronunciate, a volte è considerata una lingua difficile da apprendere e comprendere ed alcune prove dimostrano che i bambini piccoli sono più lenti ad acquisire le distinzioni fonologiche del danese. La grammatica è moderatamente flessiva con coniugazioni e flessioni forti (irregolari) e deboli (regolari). I sostantivi ed i pronomi dimostrativi distinguono il genere comune e neutro. Come l'inglese, il danese ha solo i resti di un precedente sistema di casi, in particolare nei pronomi. A differenza dell'inglese, ha perso la marcatura di tutti i verbi. La sua sintassi è l'ordine delle parole V2, con il verbo finito che occupa sempre il secondo posto nella frase.
Anche la variante Bokmål della lingua norvegese è, dal punto di vista strettamente linguistico, una forma di danese norvegesizzato. Ciò nonostante, gli sviluppi storico-culturali inducono a non considerarla tale.
Una variante particolare del danese è parlata sull'isola Bornholm, il bornholmese, che mantiene tratti rinvenuti tutt'oggi nella lingua islandese.
Insieme ad altre lingue scandinave, il danese è una delle poche lingue indoeuropee che non distinguono la persona e il numero nella coniugazione dei verbi, e pertanto si ha sempre la necessità di usare un pronome personale d'accompagno.